Formazione insegnanti yoga: qualche riflessione

12 Agosto 2024
formazione insegnanti yoga

Nella pagina “chi sono“, in poche righe, provo a raccontarti la mia esperienza con lo yoga. Mi pareva un po’ arido snocciolare un curriculum, così ho preferito un approccio più amichevole, che potesse darti un’idea del mio percorso e di chi sono al di là di un elenco di attestati. Ho cercato di essere semplice e franca.

In questo articolo, vorrei riprendere il discorso della formazione degli insegnanti di yoga in generale e il mio personale perché, per me, è un argomento molto importante sul quale ragionare insieme.

Nel momento in cui scrivo, in Italia, non esiste un percorso univoco per diventare insegnanti di yoga. Non esiste, cioè, un iter professionalizzante riconosciuto che preveda una laurea o un percorso di studi validato da un ministero. Chiunque, domani mattina, può decidere di mettersi ad insegnare yoga… Anche tu che stai leggendo questo articolo…!

Questa situazione è un problema?

A mio parere sì, perché la mancanza di una formazione istituzionale ha fatto emergere una quantità infinita di scuole private, di tutti i livelli. Si assiste a un proliferare di scuole di formazione insegnanti “International Accademy”, “Institute”, “Alta Formazione”, ma è necessario chiedersi: chi insegna dove ha studiato? Quali esami ha superato? Con quali professori? Con il maestro Pinco Pallino che fino a ieri era un  imprenditore o uno sportivo e poi si è scoperto esperto di filosofia indiana? Se si prova a ricostruire la carriera di questi insegnanti, appare un quadro molto fumoso costituito da “Ho studiato con molti maestri” (nuovamente, chi sono questi maestri? Dove hanno studiato a loro volta?), “Ho approfondito la filosofia indiana” (cosa si intende per “approfondire”? Come è verificabile, inoltre, questa informazione?), etc.

In sintesi: chi insegna in queste scuole ha le competenze per farlo? (per competenze, intendo un percorso verificabile e riconosciuto ma, soprattutto, perfino oltre ogni riconoscimento accademico, frutto di uno studio davvero profondo)

Maurizio Crozza, anni fa, fece la parodia di Roberto Laurenzi, il fondatore dell’EFOA, una delle scuole più famose di formazione per insegnanti di yoga: sicuramente è una caricatura, ma non così distante dall’atmosfera che si respira in questi contesti…

Per diventare insegnante di yoga, ho frequentato l’ISU (istituto scienze umane) a Roma e, devo ammettere, si ascrive proprio al genere di proposta didattica che ti ho appena descritto: sono bravissime persone, ma la qualità dell’insegnamento è, a mio parare, mediocre. Per me è stata una base di partenza per entrare nel mondo dello yoga, ma gli studi più interessanti li ho svolti in modo autonomo. Nel mio caso specifico, forse, ero anche avvantaggiata dal possedere una laurea in Studi Orientali quindi il linguaggio di una disciplina “esotica” per me era piuttosto comprensibile; comunque, sono ritornata all’università dopo 10 anni dalla prima laurea per potere approfondire alcuni aspetti delle mie conoscenze.  

Questa insistenza sulla formazione costituisce una forma di tutela verso di te, allievo: partecipando al mio corso, mi offri la tua fiducia; mi pare il minimo restituirti la migliore conoscenza possibile. Non può essere, evidentemente, un corollario di frasette (“La mente che mente”, “La divinità è in te”, “Lo yoga ti cambia la vita”), dei video in cui faccio finta di meditare o aforismi tratti da libri che non ho mai letto… Ma molto di più.

…Se io non mi prendo il disturbo d studiare seriamente ciò che pretendo di insegnare, perché tu dovresti spendere il tuo tempo (e il tuo denaro) al mio corso?

D’altra parte, è vero anche questo, l’insegnante di yoga è una figura ibrida e difficile da ritrarre (e dunque da formare): si muove su campi molto ampi che vanno dalla filosofia alla meccanica del corpo, dalla meditazione, al marketing. Già da qualche anno, l’università Ca’ Foscari di Venezia propone un Master per l’insegnamento dello yoga, che però, secondo me, rispecchia questa criticità e risulta poco convincente, nonostante l’altissimo profilo della proposta didattica.

Sono moltissimi gli aspetti dello yoga in cui sono ignorante. Non lo dico per umiltà pelosa o perché tutti sappiamo di non sapere, ma perchè mi capita di rispondere ad alcune domande dei miei allievi ammettendo: “Questo non lo so, a dirti la verità”.

L’ambito yogico che a me interessa di più quello filosofico ed è quello che conosco meglio. Pertanto, ad esempio, nella parte del mio lavoro connessa alla medicina, faccio dei passi indietro: io non lo so quale posizione devi fare per il tuo specifico problema alla schiena. Questo non significa che allora brancoliamo nel buio e speriamo che il mal di schiena passi miracolosamente, ma che mi prenderò qualche giorno per fare delle ricerche, vedere se esiste qualche studio scientifico che parla della tua problematica e studiarlo. Purtroppo, non funziona “Fai la posizione x e risolvi il problema y” perché il nostro corpo è MOLTO, ma molto più complesso (magari fosse così semplice!). Ti invito a prestare molta attenzione a chi avanza soluzioni mediche “a braccio” perché spesso manca delle più elementari basi di biologia (vedi la questione del detox che ti raccontavo qui).

Tra l’altro, prima di darti una risposta, mi farò validare da tutta una serie di persone intorno a me esperte in ambito medico che mi fanno gentilmente da consulenti.

Come vedi, è tutto un po’ più complicato del prendersi un diplomino di tot weekend (come ho fatto anche io, eh) e aprirsi una pagina Instagram. Come ha ben detto Marco Passavanti (PhD in Civiltà, società e economia del sub-continente indiano presso la Sapienza) in una intervista:

“La figura dell’insegnante di yoga dovrebbe essere quella di un operatore culturale a cui spetta il compito delicato di divulgare correttamente concetti, pratiche e dottrine provenienti da un contesto culturale molto differente dal nostro”.

Come fare? A me pare che l’unica strada possibile sia tanto tanto tanto studio… 🙂

 

Spero di averti dato qualche strumento in più per scegliere il tuo insegnante di yoga o per orientarti se vuoi avvicinarti tu stesso all’insegnamento di questa disciplina.

Per concludere, ti lascio il link dell’intervista integrale che riprende l’argomento di questo articolo in modo approfondito e interessante: clicca qui

Articoli correlati

Torsioni e yoga detox

Torsioni e yoga detox

“Detox” è una etichetta che definisce tutte quelle pratiche che mirano a “depurare” il corpo dalle “tossine” e a “purificare” gli organi dopo un eventuale stress (come, ad esempio,  il cambio di...

leggi tutto
I rischi della posizione sulla testa

I rischi della posizione sulla testa

Di solito, durante una lezione di yoga e poco prima del rilassamento, viene dedicato qualche minuto ad una posizione un po’ particolare: la posizione in equilibrio sulla testa (in sanscrito,...

leggi tutto

Io sono Sara e sono l’insegnante di yoga.
Ho una laurea in Lingue e Civiltà Orientali, ho conseguito il diploma di insegnante di yoga presso l’Istituto Scienze Umane; mi piace la filosofia e amo la scienza (sebbene di un amore non corrisposto): come diceva l’astronomo Carl Sagan “Da qualche parte, qualcosa di incredibile attende di essere conosciuto” e quel qualcosa mi piace cercarlo ovunque, tra i libri, nell’arte, nei viaggi. Scopri di piu…

0 commenti

Invia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *